Da sempre, come sport, mi appassiona il rugby. Mi è venuto naturale, una volta scoperto, leggere “Legacy” o in italiano “Niente teste di cazzo” di James Kerr. Il libro mi accompagnato durante il mese di ottobre, per tenere viva l’abitudine di leggere che sto cercando di portare avanti dalla lettura di “Piccole abitudini per grandi cambiamenti” di James Clear, ne parlo in un altro articolo del blog.
Il libro, a mio giudizio, è ben strutturato e abbastanza scorrevole, se pur con un pò di tecnicismi legati al rugby. Ha tante citazioni da altri autori, ed è pieno di suggerimenti utili a livello personale, di team e di gestione.
La trama in breve
Il libro parte dalla domanda: come è possibile che gli All Blacks, la Nazionale di rugby della Nuova Zelanda, abbiano vinto negli ultimi cento anni più del 75% delle loro partite diventando per questo la squadra di rugby più forte al mondo? Se loro possono, come fanno? Cosa si può imparare e prendere esempio da loro per eccellere nelle nostre vite.
James Kerr esplora le forze trainanti dietro i migliori team verso risultati straordinari, tra cui un focus sull’eccellenza, un impegno collettivo, un alto grado di autonomia, fiducia e iniziativa individuale, comunicazione convincente, responsabilità individuale, integrità e umiltà, il tutto sostenuto da un clima in cui “i leader creano leader”.
Autonomia, fiducia nelle proprie capacità, iniziativa individuale e capacità di impegno collettivo unite ad umiltà, ottima comunicazione e integrità morale. Tutto ciò non basta però se non ci si convince della necessità prioritaria di lavorare gli uni per gli altri avendo come obiettivo il bene comune. Mettere da parte il proprio ego individuale per una causa collettiva.
Chi è James Kerr
James Kerr è uno scrittore, esperto di arti marziali, consulente strategico per le forze speciali statunitensi e britanniche, per team di Formula 1, per gli equipaggi dell’America’s Cup, oltre a molte altre società, da Google a PayPal, Vodafone a Dyson, HSBC a Roche, Red Bull a Unilever, Shell a Boeing.
Come nasce il libro
Nel giugno 2010 insieme al fotoreporter Nick Danziger, James Kerr ha trascorso 5 settimane tra gli All Blacks mentre cominciavano a prepararsi per la coppa del mondo di rugby.
Ha avuto la fortuna di avere un punto di vista privilegiato all’interno di una cultura dalle elevate prestazioni, ha imparato come i loro metodi forniscano un modello efficace e stimolante, valido anche per altri settori.
Dopo questo periodo ha riletto la sua esperienza confrontandosi con la letteratura e la cultura del cambiamento e del coinvolgimento, per spiegare l’eccezionale successo degli All Blacks.
Impatto personale
Umiltà, eccellenza, rispetto.
Tre valori semplici e fondamentali da tenere sempre a mente. Difficili da applicare in ogni situazione.
Suggestivo e interessante il racconto del dietro le quinte di Nuova Zelanda contro Galles allo stadio di Carisbrook a Dunedin il 19 Giugno 2010.
Vittoria per gli All Blacks di 42 a 7.
McCaw in quella partita è diventato il capitano più vincente di tutta la storia degli All Blacks, ma la storia è un altra. Dopo una sessione di debrifing, dove tutti hanno la possibilità di parlare, di dire la propria verità e raccontare la propria storia e lo fanno dicendosi che c’è ancora margine per migliorare, che sulle touche (rimessa in gioco della palla inviata oltre le linee laterali del campo) non sono stati bravi e devo fare altro allenamento, brindisi a McCaw, svuotata la stanza, due dei più anziani, dove uno è stato giocatore internazionale dell’anno per 2 volte, afferrano una ramazza e cominciano a spazzare lo spogliatoio e pulirlo per tirarlo a lucido.
Puliscono gli spogliatoi con cura, perché non debba farlo nessun altro. Perché nessuno si prende cura degli All Blacks. Sono gli All Blacks che si prendono cura di se stessi.
La sfida è migliorare sempre, perfezionarsi di continuo, anche quando sei già il migliore. Soprattutto quando sei il migliore.
A monito che sia qualcun’altro a lodare i tuoi pregi e che pulire lo spogliatoio ti insegna a non aspettarti le cose pronte, non è previsto che qualcun’altro faccia il lavoro al posto tuo.
I grandi team, vivono in un’ambiente di apprendimento continuo creato attraverso l’ascolto e la disponibilità al feedback.
Struttura del libro
“Legacy” o in italiano “Niente teste di cazzo” è strutturato in 15 capitoli, non a caso come il numero di giocatori in una squadra di rugby. Oltre ad un introduzione, bibliografia e ringraziamenti.
Ogni capitolo contiene delle frasi chiave evidenziate e termina con un riassunto, che ho trovato utilissimo per ripassare velocemente quanto letto in precedenza e per segnare giù gli elementi chiave.
Appunti e incipit sul libro
Sul libro hanno scritto già in molti, qui di seguito la mia cartella di raindrop, con i link che mi sono segnato.
Immagine base per la copertina dell’articolo articolo è una mia foto a Roma all’olimpico durante la partita di rugby: Italia – Irlanda il 16 Marzo del 2013, partita vinta dall’Italia per 22 a 15. Qui un articolo del post.